David Chipperfield Architects restaura the Procuratie Vecchie a Venice. Nuova vita dietro un’iconica facciata

David Chipperfield Architects restaura the Procuratie Vecchie a Venice. Nuova vita dietro un’iconica facciata

L’8 aprile con una grande cerimonia è stata riaperta, anzi, per la prima volta, l’ala nord di Piazza San Marco. Le Procuratie Vecchie erano state costruite 500 anni fa come residenza ufficiale dei Procuratori, i più stretti collaboratori del Doge. Dal 1832 vi si insediò la compagnia di assicurazioni Generali. Pertanto, l’edificio non fu mai aperto al pubblico. Ora questo è cambiato, perché The Human Safety Net, una fondazione che aiuta i rifugiati a iniziare una nuova esistenza lavorativa, si è trasferita al piano superiore. I suoi locali, affacciati sulla vivace vita di Piazza San Marco, sono aperti al pubblico. Quassù ci sono sale espositive, un auditorium, un caffè e uno spazio per lavorare liberamente e stare insieme.

L’iconica facciata, con i suoi 50 archi al piano terra e 100 archi al primo e al secondo piano, iniziata da Bartolomeo Bon e completata da Jacopo Sansovino, definisce il lato nord di Piazza San Marco. Dietro questa uniformità, i progettisti sono rimasti sorpresi di trovare un edificio molto complesso, costituito da strutture nidificate, piccole stanze, scale, atri e accessi. L’originaria struttura verticale aveva lasciato il posto a quella orizzontale con l’insediamento delle Generali, necessario per collegare gli uffici.

Gli architetti hanno compreso la complessità dell’edificio e la relativa necessità di vedere il proprio lavoro come un processo, senza troppe idee preconcette o obiettivi. Volevano restare vicini all’edificio e si facevano guidare da tre principi: “riparare, riunificare e adattare”.

Oltre agli impianti dell’edificio – l’edificio è privo di emissioni perché alimentato esclusivamente da energia elettrica da fonti energetiche rinnovabili – l'”adeguamento” ha riguardato soprattutto il nuovo accesso, ovvero il raggiungimento dell’ultimo piano. Ciò avviene continuando una scala esistente, le cui tre rampe ricordano una scultura percorribile nella loro uniforme materialità. La scala conduce anche alle nuove terrazze sul tetto con un’insolita vista sul Campanile. Mentre gli spazi dei due piani nobili sono stati prevalentemente restaurati “riparatori”, lo spazio del sottotetto è stato radicalmente modificato. Una serie di grandi arcate permette di guardare attraverso l’edificio e comprenderlo nella sua sorprendente lunghezza anche all’interno. Le pareti sono solo leggermente imbiancate, quindi nonostante la “riunificazione” rivelano ancora gran parte della loro storia.